Senza ombra di dubbio l'alluvione 2012, che ha colpito la provincia di Massa Carrara, ha lasciato il segno indelebile del suo passaggio. In un vero e proprio scenario apocalittico, la natura ha lanciato all'uomo un segnale forte e inequivocabile. Ancora una volta, gli squilibri ambientali e le variazioni climatiche, hanno generato lo scatenarsi di piogge torrenziali con precipitazioni ben oltre i valori normali.

In questa situazione di emergenza si è distinta, per l'ennesima volta, l'Associazione "Consolato del mare", che ha collaborato con tutte le forze scese in campo per arginare l'emergenza causata dal ripetersi di fenomeni, che sembrano diventare con il passar del tempo, abituali. Grazie alla disponibilità e al lavoro generoso degli irriducibili volontari, è stato prestato soccorso alle popolazioni sorprese dall'improvviso fenomeno che ha coinvolto l'alta Toscana; allo stesso tempo sono state intraprese tutte le azioni necessarie per contrastare il dilagarsi delle fratture causate dall'eccezionale ondata di maltempo. Mossi dal puro e sano spirito che anima chi offre spontaneamente la sua opera a favore della collettività, i ragazzi del Consolato hanno cercato di sanare la ferita aperta nel territorio, spalando montagne di fango e aspirando grandi quantità di acqua.

Non meno considerevole, è da ritenersi l'azione di sostegno e di vicinanza alla gente sommersa in tutti i sensi dagli eventi, che sembra comunque apprezzare e riporre fiducia in tutte quelle figure che si prodigano per ripristinare gli assetti originari. In uno scenario che sembra volgere verso il peggioramento degli equilibri dell'ecosistema terrestre, il lavoro e l'opera di tutte le persone che accorrono indomite a tampinare i danni prodotti dai nostri stessi scempi, assume un ulteriore valore aggiunto. La conservazione e il rispetto del patrimonio storico, culturale, architettonico, al pari di tutte quelle azioni volte alla salvaguardia della nostra terra, sono il vero carburante che sostiene l'operato di tutte le associazioni di volontariato.

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